Istituto Tecnico

G.B. Aleotti

Via Camilla Ravera, 11, Ferrara

Liceo Artistico

Dosso Dossi

Via Bersaglieri del Po, 25/B, Ferrara

 

Il giorno 15 febbraio 2024, presso la biblioteca del liceo artistico “Dosso Dossi”, sita in via Bersaglieri del Po a Ferrara, si è tenuta una conferenza riguardante la Giornata del Ricordo dando, in tal modo, seguito alla circolare MIM Prot. n. 368 del 01 febbraio 2024, avente per oggetto "10 febbraio - Giorno del ricordo".

L'istituto “Aleotti – Dossi” ha proposto a tutte le classi quinte una conferenza-testimonianza della prof.ssa Adriana Giacci della dottoressa M. Antollovich sugli esuli istriani, le quali hanno condiviso le loro esperienze personali con gli studenti presenti, sempre attenti e, talvolta, attoniti e commossi.

La dottoressa Marisa Antollovich, in particolare,   ha vissuto in maniera personale l’esodo nella sua infanzia.

La conferenza, voluta fortemente dalla Dirigente Francesca Apollonia Barbieri e gestita dalla professoressa Paola Di Stasio e dal professor Alessandro Tagliati, ha affrontato il tema, estremamente divisorio, dei massacri delle foibe e il conseguente esodo, iniziando con un'analisi dei fatti storici che hanno portato, nel periodo tra il 1943 e il  1947, grazie ad un documentario, ridotto dagli studenti della classe 5A CAT dell'istituto G.B. Aleotti, in particolare modo dagli studenti Michela Ambrosanio e Lorenzo Bellettato.

Il documentario ha ripercorso le tappe della storia e, in breve, le motivazioni della nascita dell’odio che la Jugoslavia iniziò a nutrire nei confronti delle popolazioni italiane dell'Istria e la Dalmazia, odio scaturito in origine dal desiderio di vendetta nei confronti del regime fascista e dei crimini compiuti nella regione. 

Con la fine della guerra i territori, ormai popolati da italiani, vennero riassegnati alla Jugoslavia, infrangendo così il principio di autodeterminazione dei popoli. Seguirono anni di violenze  nei confronti delle popolazioni Italiane, senza risparmiare bambini, innocenti, persone estranee ai fatti e ex partigiani antifascisti. Le stime delle vittime si aggirano tra i 5.000 e i  10.000 morti.

Altro punto nodale della conferenza è stato l’esodo, ossia il processo della fuga dall’Istria degli abitanti italofoni, che una volta arrivati in Italia invece di essere accolti e integrati nella società, si trovarono dentro a quelli che sono praticamente “centri di smistamento” improvvisati (vecchie caserme militari) con “stanze” fatte di coperte e pezzi di cartone per separare le varie famiglie, famiglie che, come nel caso della dottoressa Antollovich hanno dovuto abbandonare tutti i loro beni personali: case, animali, amici e parenti, per poter sopravvivere. Difatti le uniche cose che potevano portare erano limitate all’essenziale come coperte o biancheria intima, ogni cosa non inclusa nell’inventario veniva sequestrata. Una volta terminato il periodo nei  “centri di smistamento”, quello di Ferrara fu Palazzo Pendaglia, l’attuale sede dell’ istituto “Vergani Navarra”, sito in via Sogari 3.

Il motivo per cui tutta questa sofferenza è stata vissuta è stato, il risentimento, l’odio e il desiderio di vendetta nei confronti di chi rappresentava, in questa nascente Jugoslavia, l’Italia e i crimini compiuti dal regime fascista. A tal proposito la dottoressa Marisa Antollovich ha concluso la sua toccante testimonianza dicendo ai ragazzi che bisogna apprendere da questa vicenda la necessità del perdono, l’urgenza di interrompere ogni catena di odio che si ripete nella storia dell’umanità.